:::L'indi(e)fferente::: /> Too Cool for Internet Explorer
20 settembre 2007
Piccolo Paese...
E si ritorna, dopo questa indefinibile estate, in una città che ormai sento mia più di ogni altra. In una strada che ormai è la mia strada, e in una casa che è cambiata pur rimanendo la stessa.
Insomma, tra piccoli cambiamenti e grandi sorprese la stagione più calda dell'anno (speriamo rimanga tale) volge al termine, tornano gli esami, tornano le abitudini di essere studente in una, per me, grande città.
Quest'estate mi svegliavo al mattino prima dell'alba, uscivo in terrazzo e guardavo il sole che sorgeva dietro le montagne. Le Alpi Apuane sono un gran bel vedere. Ma di questo te ne accorgi solo quando ormai certi posti li hai dimenticati, per forza o per voglia. Vedere le creste e le cime rocciose, sentire il profumo dell'erba, e di notte il silenzio interrotto dai singhiozzi dei grilli sono sensazioni, idee che ormai collego al mio essere bambino, alla mia bella, dolce infanzia. Il paesino in cui ho vissuto posso avidamente odiarlo ma altresì non posso egoisticamente dimenticarlo. E' come se i miei anni trascorsi lì, mi leghino in qualche modo a pensieri, azioni, decisioni, esperienze che forse nessuno qui ha avuto mai modo di provare. Perchè vivere in un paesino di 120 abitanti, al mondo d'oggi sembra impossibile. E lo è. Ma è anche bello ricordare di aver vissuto in un paese di gente infida, chiacchierona, invidiosa, ma quanto mai ingenua e reale. E vivere in un paese è come vivere in un film neorealista del dopoguerra. C'è la terra da coltivare, le figlie da maritare, c'è la capo-chiacchera del paese, e le donne che al sabato vanno tutte in chiesa a gruppi. Ci sono gli ubriaconi che passano più tempo al bar di quanto stiano con le proprie famiglie, e poi i personaggi essenziali di ogni piccola comunità :
- il matto : Piero (altresì detto Pierino, Il Piero, Piersilvio) alto 2 metri, un gigante che fuma solo Marlboro rosse, ha fuso diversi motorini per l'eccessivo peso e le migliaia (oltre 100.000) di kilometri percorsi. SI narra che in gioventù parcheggiasse la sua Simca, spostandola a braccia.
- l'ubriaco : Battì, gran raccontatore di balle colossali (tipo guadagnava da muratore 15.00o euro al mese) lo vedi nelle notti d'estate e nei freddi pomeriggi invernali sbandare a piedi per l'unica grande strada del paese. Scapolo per scelta, ha donato il suo cuore all'unica cosa che lo fa stare bene : il vino.
- il cantico dei drogati : che sono un pò ovunque, e talvolta si celano con le loro meravigliose sostanze tra alberi fronduti e fitti
- La Marisa : la mia dirimpettaia, fino a pochi anni fa aveva il più grande negozio del paese, una minuscola stanzetta in cui vendeva di tutto : giochi, quaderni, colori, penne, vestiti, videocassette, ed era anche la parrucchiera delle anziane signore,che si rivolgevano in massa a lei.
- La signora maestra e il marito: (alias Dantina) una delle donne più recondite del paese, vive ancora con suo marito, anch'egli maestro (Elmo), in una casa anziana quanto loro. Andò in pensione quando io ero in seconda elementare, e incontrollate voci di corriodio narravano che il marito della signora ogni giorno a colazione si mangiava agli crudi con pane e olio, buttandoci dietro 2 bicchieri di vino. Io non ci ho mai creduto, almeno finchè mio padre l'anno scorso non è venuto a sapere dal vecchio maestro stesso, che in realtà, era tutto vero. Dicono anche che qualcuno anni fa, a carnevale gli regalò una pestilenziale chewingum all'aglio e lui la biascicò contento.
- La Nella : la negoziante di fiducia, gastronoma ed esperta di cucina. Io e i miei amici da piccoli contavamo le impronte di unghie che lasciava sui pezzi di formaggio che le nostri madri ci mandavano a prendere. Ci faceva i panini più buoni del mondo, su questo non si discute!
- La Gabriella : ovvero la postina. Non suona mai i campanelli per recapitare la posta, semplicemente grida e la sua voce è più forte di un allarme alla banca centrale di New York.
- Don Guido : ovvero il curato bonario. Gran celebratore di matrimoni e sacramenti. Ovunque ci sia qualcosa da benedire, lui c'è. E soprattutto è presente al dopo-cerimonia, ospite di pranzi interminabili e cene sociali.
- Gogò : l'uomo che non ha freddo. Anche d'inverno lo vedi passeggiare in maniche corte. Si ammala sempre, ma non ditelo mai a nessuno.
- Polifemo : il trattore più mono-occhio del mondo. da quando ero piccolo passa a qualsiasi ora del giorno e della notte, guidato dal suo rude e gretto padrone, illuminando la strada col suo unico faro giallo. Da piccolo avevo paura che mi rapisse e mi uccidesse.
- Il mago del legno : giovane atleta, si allena tutto l'anno nei boschi tagliando alberi, caricandoli sul trattore e poi facendoli a pezzi. Nel tempo libero coltiva vari campi e gira con la sua Vespa truccata che soggiace triste al suo peso. Si narra che anni fa stese un bue colpendolo nelle parti basse con un pugno e sollevò un giovane equino con la forza delle sole braccia.
- L'ubriaco capitolo II : Lucianino. Vive con la sua silente moglie, e ogni giorno parte con la sua anziana Citroen per fare il giro dei bar. Se gli facessero l'etilometro, capirebbero che in realtà lui è già morto.  E invece, stoicamente, parte e ritorna con la sua esile macchina, senza mai avere guai o problemi. Un mito.
- La Serena : vetusta signora, quando eravamo piccoli e andavamo a rubare sugli alberi le sue ciliegie ci tirava contro sassate. Momento di suspense, Simone che cade dall'albero battendo di schiena. Viso paonazzo, respiro assente, pensavamo : è morto. All'avvicinarsi della serena, resuscita e riprende a correre... 
- I giocatori di carte : non li vedi, li senti, gridano dal bar come si ammazzassero a forza di sevizie i propri cari. Talvolta fanno pure a botte. ovviamente giocano a bevute.
- Il Barba : gestore del bar, fu costretto a gettare tutte i mazzi di carte in suo possesso con un gesto plateale, nella stufa. Non voleva grane, perchè giocare a soldi non è corretto. A bevute però si, così i soldi li prende solo lui. Fa merenda con panini farciti di pezzi di suino enormi e non ha ancora capito cosa siano gli scontrini.
e dulcis in fundo :
- il Dottor Zivago, o Doctor Lecter: il mago della medicina, il luminare Omero, coltivatore diretto, cacciatore di specie protette e non, fa anamnesi e diagnosi anche sul luogo di lavoro, ma preferisce l'aria aperta.
- il matto volume II : Romanelli, costruttore di capanne con all'interno foto del papa miste a effigi di Lenin. Girava sempre con il suo cane, Berlusconi, cantando vecchi stornelli d'epoche ormai remote, rubava cartelli stradali per attaccarli agli alberi dei suoi boschi e non perdersi mai. aveva l'aria di un vecchio contadino russo, con il fazzoletto al collo e i baffi alla Peppone. Da un pò di anni è andato a regalare sogni perduti e idee geniali in quel di La Spezia, in via Prione, la via centrale. Io e i miei amici abbiamo sempre nutrito verso di lui una sincera e commossa ammirazione, tanto che da picolo io dissi a mia mamma che da grande sarei diventato come Romanelli.
Menzione speciale per :
- la Daria che quando ero piccolo mi chiamava sempre "Omin dai peri cotti" e se ne è andata conservando il mistero di questo nome.
- la Miglietta che era la più anziana del paese e che andavo sempre a trovare con mia nonna, mi regalava i crackers della Saiwa, ed erano tanto buoni che così ora non ne fanno più!Di lei ricordo la sedia a dondolo, e gli occhi di chi aveva visto così tante cose da essere ormai davvero stanca.
- La Susy, la Valeria, Simone, Matteo i miei amichetti preferiti, i giorni d'estate e d'inverno passati con loro, sono la cosa che più mi lega ancora adesso al mio piccolo paese.

come si dovrebbe fare di consueto, dovrei versare un bicchiere e brindare al mio odio e al mio amore verso il posto in cui sono vissuto. "Non è la fatica a farci paura nè il sangue delle cadute, con le nostre bici andremo ovunque e conquisteremo il mondo".
Salute!

Etichette: ,

 
Scribacchiato da G. D. alle 9:02 AM | Permalink |


0 Comments: