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28 gennaio 2007
Figli di un "Po po po po, po po po po" minore...
Preoccupante.
Mi spiego, oggi in treno due tizi stavano riguardando con molta gioia un filmatino, teneramente amatoriale, uno di quelli girati con la telecamerina da pochi euri, che se da molti viene usata una volta e poi dimenticata nella scatola, per altri diventa uno strumento diabolico di "memoria audiovisiva a lungo termine"da somministrare a parenti amici durante le feste e nelle gite fuori porta. Da notare poi che tale supporto ha la possibilità (agghiacciante) di far ascoltare anche ciò che si registra grazie ad un altoparlantino incorporato, che sforna suoni metallici e quantomai acuti. Fin qui nulla di strano. Ma iniziamo a preoccuparci. Il filmino in questione conteneva le gioiose grida di un pupo, un piccolo cucciolo d'uomo che si suppone essere figlio di parenti o amici degli allegri videoamatori. Preda delle convulse smancerie dei parenti attorno, il bambi si dimena, grida, sproloquia nella sua piccola testolina, invocando l'aiuto di dio, finchè...e fate attenzione...finchè tutti in coro gli zii, i nonni, i genitori inziano a cantare la ninna-nanna liberatoria.
Ecco, adesso voi vi aspettate qualcosa come :
"Ninna nanna, ninna oh,
questo bimbo a chi lo do?
Lo darò alla Befana
Che lo tiene una settimana
Lo darò all’Uomo Nero
Che lo tiene un anno intero..."
e invece no!
La nenia del duemilasei è iniziata con un :"Po po po po, po po po po"...dapprima sommesso, mentre il povero bambino era ormai in preda alle convulsioni, poi sempre più acceso :"PO PO PO PO, PO PO PO PO..." finchè tutti hanno iniziato a battere le mani e i piedi (col bambino in lacrime, ma sorridente per il sentirsi superiore alla demenza della famiglia), memori di una vittoria mondiale avvenuta proprio quando il pupo ancora doveva nascere.
Ecco, adesso, sono circa 7 mesi che quotidianamente mi riascolto lo stramaledetto "Po po po po, po po po po" nelle orecchie, e penso che Seven Nation Army sia ancora una bella canzone, ma, ma, ma bisogna intervenire...
Basta per favore! Io ormai ho 25 anni, posso dire di aver avuto un infanzia felice (e pure nel 1982 l'Italia vinse i mondiali)...questo perchè forse non mi fustigavano il cervello cantandomi l'inno di Mameli. Io sto dalla parte di queste piccole creature, figlie di questo "Po po po po, po po po po" che cresceranno disturbate e nevrotiche, per colpa dei loro folli parenti.
Comunque sia, l'epilogo : il bambino, dopo essere stato "uditivamente" violentato dai parenti, si è addormentato (faceva finta, si vedeva benissimo!!!) e la famiglia gioiosa ha osservato un attimo di silenzio, prima di liberarsi in un sofferto "oh, s'è addormentata 'a criatura!"...

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26 gennaio 2007
Il nuovo anno...e pink moon...
L'ultima volta che scrissi qui,era ancora il 2006. E devo dire che, tirando le somme, questo è forse il primo anno in cui non ho pensato molto alla musica, alle canzoni, agli accordi. Questo perchè avevo qualcosa di più importante cui dedicare i miei pensieri...anche se le buone ore di ascolto interessato e ininterrotto me le sono tenute da parte e gustate appieno.
Ho riscoperto dischi sepolti dalla polvere della mia adolescenza, vecchie cassette del liceo, fatte da amici ormai dispersi, poster piegati e strappati di gruppi cui un tempo dedicavo un culto e di più. Ho ritrovato gli articoli sulla morte di Cobain, e quelli (in minor numero) su Jeff Buckley, le foto degli Oasis a Knewbworth e le dichiarazioni dei Verve. E poi...e poi in un angolo, dimenticato e umido, un vecchio album di Nick Drake.
Pink Moon, bello, intenso, dolce, complicato e totalmente umano.
Di Nick ne ha parlato negli stessi giorni Paola De Angelis (grande Paola!!!) a Stereonotte (il mio programma del sabato notte in macchina...ma ne riparlerò!!), e devo dire che raramente mi ero commosso ascoltando la storia di un artista simile.
Prima di tutto perchè quando Nick ha registrato Pink Moon con John Wood, un tecnico del suono, in sole 2 notti, aveva più o meno la mia età, e perchè questo è il suo testamento visto che una sera di novembre morì a soli 26 anni, poi perchè nella sua vita non ha avuto nè i riconoscimenti, nè il successo che decisamente meritava.
Vi riporto le ultime parole di una biografia curata da un bel sito italiano a lui dedicato (http://nickdrake.altervista.org/) :

All'inizio del 1974 entra in studio di registrazione e incide gli ultimi 4 brani che compariranno nel lp postumo Time of no reply, a inizio autunno decide di recararsi in Francia dove spera di trovare l'ispirazione e di imparare il francese, qui resta qualche mese poi torna a casa, in Arden. Una dose eccessiva di Tryptizol lo uccide nel sonno una sera di novembre all'età di ventisei anni. Non si saprà mai se quello che l'ha ucciso sia un tragico errore o un gesto estremo del cantautore certo è che la morte giunta in questo misterioso modo porta Nick Drake nell'olimpo dei eroi romantici incapaci di superare le asperità della vita, di lui resteranno pochissime foto e nessun filmato pochi l'hanno mai visto e sentito dal vivo, ciò che ci resta di lui sono le circa 40 canzoni sparse in 4 album uno di cui postumo "Time of Replay" contenente molti inediti e soprattutto le sue ultime 4 composizioni, che ci hanno lasciato l'ultimo Nick quello più depresso e disperato, un artista e un genio che non dimenticheremo.
Da Pink Moon, ogni traccia lascia esplodere colori e sensazioni indicibili. E chiunque dinanzi a tali componimenti sentirebbe dentro di se la malinconia e la poesia di un artista delicato e semplice :

Un giorno albeggiò una volta e fu meraviglioso
Un giorno albeggiò una volta dalla terra
Poi cadde la notte
E l'aria era bella
La notte scese tutt'intorno
Così guarda, vedi i giorni
Le vie colorate senza fine
E va a giocare il gioco che hai imparato
Dal mattino
E adesso ci solleviamo
E siamo dappertutto
Adesso ci solleviamo dalla terra
E vediamo che vola…
E lei è dovunque
Vediamo che vola tutt'intorno
Così guarda, osserva i panorami
Le notti d'estate che non finiscono mai
E va a giocare il gioco che hai imparato
Dal mattino

(Nick Drake - From The Morning)

Forse solo chi per davvero è destinato a rimanere nel tempo può scrivere una poesia/canzone di tale intensità. E meraviglioso è riascoltare un disco che dopo 35 anni non teme il passare del tempo e che dai cassetti bui della mia stanza è ora emerso come uno dei più bei gioielli che abbia mai posseduto.
Ancora una volta lascio parlare Nick, profeta di una generazione perduta :

Sappiate che vi amo
Sappiate che me ne frego

Sappiate che vi vedo

Sappiate che non sono lì...

(Nick Drake - Know)

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