Un avocado tagliato a metà. Uno sfondo blu e il loro nome. Questo è il ritorno di una delle più grandi band mai partorite dall’America. Apro il cd e lo inserisco nel lettore dello stereo. Premo “play”. Non faccio in tempo a prendere il libretto che Cameron, Mc Cready, Ament e Gossard iniziano a liberare la loro energia senza risparmiare un colpo. Vedder come sempre entra ad arricchire il tutto con la sua voce. Rabbiosa, decisa, caotica, inconfondibile. Forse non ero preparato, ma l’energia della band mi coglie alla sprovvista. Life Wasted, World Wide Suicide e Comatose sono una delle sequenze più esplosive dai tempi di Vs e Vitalogy. I buoni vecchi Pearl Jam sono tornati. Genuini e mai banali. Severed Hand continua a convincermi della buona forma del gruppo, Mc Cready è infallibile. Eddie credo si emozioni cantando una delle canzoni più dolci di tutto il disco : Parachutes ( and i don’t want to know your past / but toghter share the dawn / and i wont need / nothing else /cause when we’re dead /we would’ve had it all..) e si indigna per la disoccupazione di chi è “Unemployable”, lamentando “Oh Yeah…so this life is sacrifice!”. E’ a questo punto che mi accorgo che questo album è l’ennesima dimostrazione di come Vedder e soci suonino nella band più figa del pianeta. Gone diventerà un classico, l’incedere della batteria di Matt è quanto di più solenne e delizioso mai ascoltato in un album dei Pearl Jam, questa è la sua canzone. Ma probabilmente è all’undicesima traccia che si nasconde il cuore, il vero cuore di tutto il disco : Army Reserve, in cui Eddie da il meglio di se, e Mike e Stone cavalcano le onde elettriche di un Townshend d’annata. E’ tutto meraviglioso, concluso dall’inizio floydiano di Inside Job, una delle più belle introduzioni mai ascoltate. Vellutata, sognante, semplicemente perfetta per riassumere l’intera opera, tesa a conciliare tra loro i momenti più elettrizzanti con quelli più leggeri, in uno dei dischi più belli della band. Sospesi tra Led Zeppelin, Who, e la storia, Vedder e soci hanno deciso che ci saranno anche loro. Nessuno lo metteva in dubbio. Sarebbe stato così per forza.
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Ciao!
Anch'io ho aspettato ed ascoltato con ansia il nuovo nato dei grandi Pearl Jam... E devo dire che non sono rimasta per niente delusa. Le canzoni con più slancio (ma è solo una mia personalissima opinione) sono, forse paradossalmente, le più "dolci", come "Inside Job", "Come back", "Army reserve"... Per il resto, devo dire che nessuna è scontata, anche se ho trovato che "Gone " abbia una carica un pò latente, pare non decolli...
E poi... Quanto è bella "Maker in the sand"!!!!
Ti confesso, comunque, che avevo se non dubbi, qualche timore che non sarebbe stato un album eccellente, ma mi sono dovuta ricredere... Che poca fede, eh?
Un'ultima cosa: sai il perchè del mango in copertina?!?!
Grazieeeeeeee!!!!!!