:::L'indi(e)fferente::: /> Too Cool for Internet Explorer
09 maggio 2007
Click, click...
Mi sovviene il tenerissimo gesto di Kristen Dunst in Elizabethtown, mentre fotografa con le dita istanti importanti per la vita di Claire. Io non ricordo quanti istanti ho fotografato con gli occhi, migliaia e forse più, dalla mia prima bicicletta al giorno del mio primo concerto. Piccoli secondi, piccoli paesaggi, a volte in bianco e nero, a volte con milioni di colori, sfumati e forse con qualche immaginario ritocco.Già, fotografare...se la fotografia servisse a dare un esempio di come "si possa vedere" qualcosa o qualcuno allora i fotografi avrebbero da sempre messo un pò di loro stessi nei propri scatti. Anton Corbjin, Annie Leibowitz ci hanno dato la loro visione di quella che secondo loro può essere a "visiva ragione" una rockstar. Dare un immagine personale di chi è già un'icona per il pubblico, soprattutto giovanile, deve essere un compito assai difficile. A tal proposito, ieri, navigando per il web, sono approdato al sito di una fotografa che non conoscevo : Laura Levine , e mi sono fatto la mia idea di Bjork :

Siamo nel 1991, a Woodstock. Ci tengo a dire che ho sempre avuto un'idea distorta di lei. La Bjork che ho apprezzato è quella del video di Oh So Quiet, sgargiante, ballerina, acrobata...e qui proprio sono rimasto di sasso...mai avevo visto di lei, una foto così bella e personale, semplice e al tempo stesso sofisticata, come d'altronde è la sua carriera. Di tutti suoi scatti, questo è la mia preferito e della mia stessa opinione è la stessa autrice, Laura Levine :

I'm often asked if I have a favorite photo and I can say without hesitation that it's this one right here. All of the elements combined to make it one of my favorite moments as a photographer, and it happened purely by chance. I met Bjork the night before when she invited herself along and joined some friends and me for a late night pool game up in Woodstock. At the time she was upstate recording with the Sugarcubes. I was already a fan, and had always wanted to photograph her, and when I asked her if I could she said sure. Just like that. We'd been talking all night, she trusted me, and I guess that was all she needed to go on.

The next day I picked her up and brought her to my friend Ben's house, who helped out as my assistant for the shoot. I knew he had a lovely forest glade behind his house and I thought the setting fit in nicely with her freespiritedness. As happens often in shoots I've done (don't ask me why), she gradually began to to shed her clothes. I picked out a couple of oversized leaves (a la Eve in the Garden of Eden) and she stepped onto a large boulder. At that moment it started to drizzle, she stood on tippy-toe and opened her mouth to catch a raindrop on her tongue. Click.

Having spent a long time talking with her the night before I felt this image really captured her essence - a woodland sprite, a free spirit, playful, earthy, and open . (Some other reasons why this is a favorite? No makeup artists, no stylists, no trendy fashions, no managers, no publicists, no record label politics, no artificial lighting, no gimmicks, no self-conciousness. Just natural light, some foliage, and Bjork.).


Eva nel giardino dell'Eden...una foto "geniale" come direbbe qualche professore...e senza torto alcuno!ma Laura Levine ha scattato altre bellissime foto a gente come R.E.M., Clash, Madonna, Richard Hell, Michael Hutchence, Lou Reed...poche però secondo me hanno la freschezza e la genuinità della piccola islandese dai suoni di ghiaccio...anche se...forse un Michael Stipe d'annata, assorto nei suoi pensieri in un fumoso bar di Washington DC, tra una sigaretta e un Martini mezzo vuoto lascia trasparire qualcosa di se...e del semplice click di una mano di Laura...rockstar tra le rockstar...

Micheal Stipe (e dietro l'obiettivo Laura Levine) nel 1983

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Scribacchiato da G. D. alle 11:06 PM | Permalink |


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