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02 febbraio 2007
So listen to the radio...
Ci sono tanti modi per sentirsi bene con la musica alla guida di un automobile. Mia madre ad esempio sta bene solo con la radio sintonizzata sulla musica italiana dei '60, mio padre mette l'equalizzatore sempre su "bass boost", disintegrando le esili casse dell'auto, e io invece...beh ho diverse piccole manie.
Tanto per iniziare diciamo che la radio in auto la ascolto raramente, proprio quando il cd che mi sono portato mi ha stufato, o quando mi sento estremamente solo e la voce del dj di turno mi tiene minimamente sveglio. Il momento che prediligo in assoluto è il sabato notte. Sarà perchè ogni sabato sera mi sento davvero felice (e forse dovrei ringraziare qualcuno..o meglio, qualcuna! :* ) , sarà l'atmosfera notturna, le stelle o la pioggia, ma mentre torno a casa, facendomi gli ormai amici 30 km di statale, tolgo qualsiasi cd e mi sintonizzo. Ok, in quei momenti ripenso a tutte le canzoni che parlano delle "onde" radio...e me ne sento parte! Giro la manopolina e alzo il volume, c'è Stereonotte in onda e io non posso mancare...
Di programmi radio ne ho ascoltati un sacco, sin da quando ero piccolo, dalle classifiche (le mie preferite) all'intrattenimento, dal liscio al punk, ma...mai nessuno è stato così bello, ben fatto, ben costruito, e soprattutto "serio". Questo nulla toglie ad altre belle cose come Tropical Pizza di Nikki, i vecchi programmi di Ringo (memorabili le sue interviste a Noel Gallagher...che ho ancora su cassetta!), ottime trasmissioni come il Condor di Sofri, ma Stereonotte, della ormai familiare "Paoletta" de Angelis li supera tutti.
Primo perchè lei ha una bellissima voce, calda e decisa, poi perchè parla con perizia di ogni singola traccia presentata, intervista autori di biografie, band emergenti, artisti, spaziando da Pop Levi ai Montecristo, da Jimi hendrix a Bowie, dai Beach Boys a Marc Bolan, parlando di loro come se li conoscesse da sempre, qualità rara al mondo d'oggi.
Perchè io credo che sia più facile farsi un'idea della musica, anzichè spiegarla quasi didatticamente agli altri. Parlare di Hendrix non è far ascoltare le solite Hey Joe o Vodoo Child, quanto cercare di contestualizzare il tutto, parlando della vita, della società dell'epoca, della storia, degli artisti che ne hanno influenzato la tecnica e la sensibilità. E non è per niente facile costruirvi due o 3 ore di programma sopra, cercando di non annoiare, ma di interessare, visto soprattutto l'orario...dall'1 di notte....di sabato..."radio change my life tonight!"

ah, dimenticavo, se vi va di ascoltare qualcosa, il podcast di Stereonotte lo trovate qui
assieme a quelli di tante altre trasmissioni rai...

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Scribacchiato da G. D. alle 10:20 AM | Permalink |


1 Comments:


  • At 8:03 PM, Anonymous Anonimo

    grazie........ :)ti amo..